REGGINA-LECCE 1-2 - Improvvisamente va via la luce: non basta neanche Coralli con una difesa così...

18.02.2017 20:30 di  Giovanni Cimino  Twitter:    vedi letture
REGGINA-LECCE 1-2 - Improvvisamente va via la luce: non basta neanche Coralli con una difesa così...
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano/Tuttolegapro.com

Pesante sconfitta interna per la Reggina, che nonostante sfidasse la capolista Lecce, ha decisamente reso la vita facile ai giallorossi. Secondo tempo senza sussulti da parte della squadra di Zeman, che sembra improvvisamente ripiombare in quella apatia che ne ha contraddistinto la parte tra ottobre e novembre: zero tiri in porta, errori come se non ci fosse un domani, mancanza di qualsivoglia grinta e voglia di riprendere una squadra, permetteteci tifosi salentini, non trascendentale.

 

LE SCELTE DI ZEMAN - Largo a Maesano dal 1', conferma in blocco per la traballante difesa presente in blocco da inizio stagione e solito 4-3-3 con Bangu in panchina. Così come per Leonetti, "mezzo bocciato" nel ruolo di esterno alto a destra, che presuppone la capacità di fare la doppia fase.

 

PRIMO TEMPO - Si gioca a ritmi abbastanza intensi, le due squadre si controbattono colpo su colpo e la Reggina riesce a chiudere tutti i varchi, pur rischiando qualcosa solo da alcuni duelli individuali persi, manco a dirlo dei soliti terzini. Coralli si allarga molto nel tentativo di dare un'alternativa al gioco monocorde della Reggina, fatto di continui tocchetti e con l'insana voglia di dover entrare nella porta con il pallone. Al 21' il Lecce trova un gol, anzi l'eurogol, con un Marconi che castiga l'immobile Sala, che si aspettava tutto fuorché una botta di collo destro dai 40 metri, talmente precisa da sbattere sulla linea bianca di porta, di colpire la traversa e di cadere in rete: Lecce avanti, Reggina gelata.

Eppure gli amaranto trovavano il tempo e la forza di trovare un gol sfruttando la puntuale disattenzione di Giosa e Cosenza (dal dente avvelenato), il quale teneva in gioco il Cobra Coralli, che con un tocco sotto batteva Perucchetti facendo pregustare l'impresa ai tifosi del Granillo: nono sigillo del sempre più provvidenziale attaccante toscano.

 

SECONDO TEMPO - Nulla di più errato e fuorviante, altro che impresa. Nella ripresa, la Reggina tardava a ritrovare il ritmo e l'iniziativa dei primi 45'. Tanto che dopo appena 180 secondi Pacilli, con un cross facile e comodo, tagliatissimo e millimetrico, pescava Doumbia sul palo lontano, abile a sfruttare i soliti limiti tecnici di Cane e battere di testa Sala, salentini avanti. Da lì il vuoto pneumatico. A nulla servono le sollecitazioni dalla panchina, con gli innesti di Bangu, Leonetti e Silenzi. Una Reggina brutta tanto quanto le peggiori versioni del campionato in corsa, senza un minimo di idee davanti, con il solo schema "palla verso Coralli e mani in preghiera verso il cielo" e sopratutto con il fiato cortissimo in difesa, anzi con una supera parata di Coralli su Pacilli. Si chiude qui, con una sconfitta che a rigor di logica ci può stare, ma anche alla luce degli ultimi sussulti delle avversarie dirette, pesa un'enormità nella disperata corsa alla permanenza diretta.

 

COMMENTO FINALE - Zeman se l'è presa con l'arbitro nel post-gara e sostenere che la direzione del signor Massimi di Tivoli sia stata quanto meno uniforme è voler ammettere di non capirne nulla di calcio, ma difficile addossare tutte le colpe al direttore di gara molisano. La verità è anche che questa Reggina quando deve vincere regala punti alle avversarie e quando merita di perdere, perde e basta. La strada sembra indirizzata verso quell'andazzo buio e spento seguente alla famosa gara di Caserta e questa volta significherebbe non solo playout, ma  retrocessione in D. In difesa non è stato trovato alcun rimedio, anzi si commentano sempre le stesse magagne, mentre se davanti De Francesco e Porcino non sono in giornata, difficilmente Coralli può contare su adeguata assistenza: il momento è delicatissimo, serve cuore forte e coraggio nelle scelte.