REGGINA, È IL MOMENTO DELLA COESIONE, PER LA RESA DEI CONTI CI SARÀ TEMPO

01.07.2023 11:30 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA, È IL MOMENTO DELLA COESIONE, PER LA RESA DEI CONTI CI SARÀ TEMPO

Nella fase più oscura e drammatica della storia della Reggina, persino peggiore della mancata iscrizione del 2015 in cui la situazione societaria sarebbe comunque stata difficilmente sanabile, viene naturale ed è del tutto giustificabile avere voglia di richiamare alle proprie responsabilità tutti coloro che, in questo ultimo incredibile anno, si sono macchiati di tante, troppe manchevolezze in termini gestionali, finanziari, comunicativi e soprattutto fiduciari: tuttavia, cercando di mantenere quanta più razionalità possibile, si deve arrivare alla conclusione che non è questo il momento più adatto.

Siamo infatti solamente all’inizio di una battaglia legale che presumibilmente si districherà nei vai gradi di giudizio attraverso organi federali, sportivi ed amministrativi, che andranno nel bene o nel male e decidere sulla sopravvivenza del club amaranto, con all’orizzonte il rischio di una nuova, fragorosa caduta nell’oblio dalla quale difficilmente ci si potrà rialzare in tempi accettabili; ed in questa fase, la coesione di tutte le componenti in gioco deve costituire un fattore decisivo per tentare di risollevare le sorti nostrane.

Va innanzitutto stravolta la scellerata strategia comunicativa basta su silenzi irreali ed interminabili che hanno non solo irretito una tifoseria intera, in barba al “mantra” ripetuto ossessivamente riguardo una “chiarezza e trasparenza” divenute quasi subito un miraggio, ma che soprattutto hanno consentito ai vari Cellino e compagnia di poter martellare mediaticamente ed a piacimento, urbi et orbi, e solo un ingenuo può credere che tutto ciò non possa aver influito su una decisione che solo sulla carta è di natura contabile, ma sostanzialmente è di carattere politico volta strenuamente a riaffermare, ancora una volta, la presunta autonomia della legislazione del calcio persino su materie di indiscussa competenza statale come quelle tributarie.

Nulla dovrà essere tralasciato, la società (o meglio ciò che ne resta), le istituzioni, la stampa, la tifoseria e la società civile dovranno viaggiare all’unisono in un’unica direzione ed in modalità “rumorosa” per tentare di salvaguardare quello che rappresenta un patrimonio fatto di storia, passione, tradizione e valori che non possono e non devono andare perduti senza che si sia fatto tutto il possibile, in virtù di una pronuncia che per meri fini conservativi ed autoreferenziali rischia di penalizzare in maniera sproporzionata e scellerata un’intera comunità.

Per la doverosa resa dei conti ci sarà poi modo e tempo, ma in mancanza dell’obiettivo finale servirà a poco o nulla.