REGGINA - Esperimenti su esperimenti: la versione Gambero è servita

18.04.2014 10:50 di  Antonio Paviglianiti  Twitter:    vedi letture
REGGINA - Esperimenti su esperimenti: la versione Gambero è servita
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Aprile dolce dormire". Un proverbio mai così reale in casa Reggina. Ieri sera un'ulteriore prova: la guida tecnica amaranto ha perso la retta via. Contro il Palermo un nuovo esperimento di formazione. E questo dispiace, per svariati motivi. Gagliardi e Zanin, nel mese di gennaio, si erano presentati con alcuni propositi da rispettare: dare ordine e fiducia a una formazione tipo. Si è partiti con un 4-5-1 interessante, giocando di rimessa ma con ogni tassello ricoperto al meglio. E i risultati hanno dato i propri frutti, riportando in carreggiata la Reggina per il miracolo salvezza. Poi, qualcosa, si è rotto inesorabilmente.

Dal pareggio casalingo con il Trapani sono ben 11 le formazioni mutate dallo staff tecnico calabrese. I perché, onestamente, fatichiamo a trovarli. In qualche occasione, l'eccesso di foga e qualche cartellino ingenuo, hanno portato squalifiche importanti. E da lì, la Reggina ha perso lucidità. L'exploit di Carpi aveva riposto nuova fiducia, nuova linfa vitale: ma il sabato dopo, in casa con il Crotone, ancora una formazione diversa.

Ci piace chiamarla "versione Gambero", in onore del crostaceo che "cammina all'indietro". Perché la Reggina si è fatta autogol da sola, ha voluto metter da parte la certezza di un'idea precisa in favore di esperimenti che sul campo hanno pagato poco e niente. La salvezza è stata sempre una mission "impossible" per il disordine e il marasma del girone d'andata, sia societario che tecnico. Il puzzle non ha mai trovato gli ingranaggi giusti.

Quel che fa male è esser soddisfatti d'aver perso 1-0 contro la prima in classifica. A casa nostra un gol o cinque non fanno differenza, specie nella situazione in cui ci si trova. Andare alla Favorita e consegnarsi non lo concepiamo. La Reggina si è presentata con un modulo calcisticamente inconcepibile e che sembrava esser stato messo in soffitta in via delle Industrie: un 5-3-2 con interpreti fuori ruolo, terzini bloccati e una prima punta (Dumitru) che punta centrale non è.

La dignità, il "salvare la faccia" non passa dal punteggio. Quello resta agli almanacchi. La dignità la tiri fuori giocando la tua partita dal 1' al 90', senza fare calcoli per la prossima perché sono tutte finali. Senza consegnarsi alle prime della classe, si chiami Palermo o Empoli (gli azzurri hanno vinto solo contro la Reggina poi il buio, ndr.), senza rinunciare ai tuoi uomini migliori perché in diffida e, soprattutto, senza guardare in casa altrui alludendo a partite poco limpide.

Adesso una settimana per prepararsi alla sfida con il Cittadella. Cortesemente, questa volta lo chiediamo con un pizzico di presunzione, evitiamo di retrocedere aritmeticamente a sei giornate dal termine. E soprattutto, qualcuno inizi a mettersi in moto: il centenario va festeggiato, non ci si rimangi anche questa promessa.