LA FINE DEL GIORNALISMO

01.08.2016 21:18 di  Giovanni Cimino  Twitter:    vedi letture
LA FINE DEL GIORNALISMO
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Il nostro/vostro portale vuole essere da sempre anche uno spazio di riflessione sul calcio reggino e, perché no, su altri temi sui quali ci sentiamo di poter dire la nostra, modestissima, opinione.

Il tema riguarda il ripescaggio della Reggina e qualche articolo che ha spiazzato qualche tifoso disattento, qualche collega o aspirante tale e ha turbato anche la società, tanto che ha ritenuto opportuno intervenire con un comunicato ufficiale.

Il mestiere di giornalista è sempre più sfumato e la qualità va via via abbassandosi clamorosamente. Sono in tanti a voler fare questo mestiere, ma a differenza di chi tenta di professionalizzarlo, c'è chi non ha di meglio da fare che passarsi il tempo e scrivere, apparentemente senza lacuna cognizione di causa. Del resto, con le tecnologie a disposizione, chiunque può aprirsi un sito/blog (bastano due-tre nozioni informatiche, nulla di gravoso o inaccessibile) e iniziare a riportare i proprio pensieri in ordine sparso, magari riportando baggianate e dando voce a "fesserie" piuttosto che notizie. Danneggiando e spesso oscurando chi questo lo considera un lavoro e sopratutto una missione.

Nell'era dei social dove a trionfare sono i cosiddetti "fake" oppure notizie "spammate" o per meglio dire "trash" (alla stregua di spazzatura per qualità e contenuti), del resto cosa aspettarsi se non una orda di presunti-aspiranti-giornalisti a caccia di notizie per conquistare più "like" e più "click". In mezzo a questo marasma, è chiaro che la gente ci capisce poco e chi, nonostante l'innalzamento del livello di scolarità e dell'istruzione, riesce a dare credito a siti "...senzasegreti" oppure "Scecchichevolano.com" o anche  a gente che il giorno prima faceva ben altro che scrivere un articolo e ne disconosce del resto il modo in cui si redige un pezzo giornalistico, riesce a fare più opinione che la stessa corretta e imparziale informazione, come in un paese civile presuppone la sua esistenza. La casistica di lettori/utenti che ha iniziato a condividere su Facebook o sui social, notizie che erano senza un presupposto logico o del tutto inventate solo per monetizzare qualche centesimo. O, caso più grave, c'è anche chi si appassiona a riportare tutte le tragedie, in barba ad ogni rispetto, trovando dall'altra parte migliaia di utenti pronti a far "girare il verbo", andando ad arricchire giornalisti ed editori senza alcun tipo di scrupolo o di vergogna.

Abbiamo cercato, nel nostro piccolo e con tutti i nostri limiti, di lottare contro "l'informazione spazzatura", quindi non solo quella orientata o interessata a raggiungere un suo scopo individuale, ma anche quella che viene fuori da chi piuttosto che passeggiare in centro, si mette davanti al computer o allo smartphone e scrive senza alcun tipo di cognizione di causa o preparazione, peraltro in status di abusivo perché non iscritto all'Albo e neanche "in attesa" di farlo. Fatto diverso, giusto sottolinearlo, la presenza di tanti giovani aspiranti giornalisti, che hanno bisogno di una possibilità per far emergere le loro qualità e TuttoReggina.com è stata sempre e sarà la loro casa.

In merito all'ultimo articolo di un sito che ha fatto scalpore tra qualche tifoso amaranto, che addirittura presagiva che la SSD Urbs Sportiva Reggina 1914 non fosse ripescabile poiché continuazione giuridica della vecchia Reggina Calcio, abbiamo preferito il silenzio, poiché si trattava di una tale balla e baggianata, che forse anche i famosi "aspiranti-presunti-giornalisti" di cui sopra non avrebbero mai e poi mai potuto pensare di scrivere quei pensieri senza capo ne coda che in molti hanno, ahinoi, letto e persino riportato.

L'invito è il solito: leggere e informarsi dai canali giusti, senza stare su Facebook in modo asettico, prenderndo per buono tutto ciò che viene scritto o riportato: è l'unico modo, oltre a quello di seguirci come già fate in tantissimi, per tenere in vita la nostra "impresa" editoriale e quelle di chi considera questo bellissimo/maledetto mestiere, qualcosa su cui è meglio non scherzare.