Gravina al Senato: "Ecco cosa chiediamo al Governo". Oltre 2 miliardi di debiti: "Nel 2025 i club avranno problemi"

16.04.2024 17:05 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Gravina al Senato: "Ecco cosa chiediamo al Governo". Oltre 2 miliardi di debiti: "Nel 2025 i club avranno problemi"
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Davanti alla settima Commissione Cultura e Sport del Senato, Gabriele Gravina lancia l'ennesimo grido d'allarme per il calcio italiano. L'audizione è la prima di otto, volte a definire le "prospettive di riforma" del mondo del pallone e come il Governo possa esserne parte.

Dopo aver snocciolato i numeri del calcio, da quello di tesserati e praticanti al contributo enorme allo Stato in termini fiscali, il presidente della Figc fa presente ai senatori: "Al Governo chiediamo pari dignità di altri settori, mi riferisco in particolare alla Tax credit. Tutti parlano di sport e cultura, io direi che lo sport è cultura, dunque rivendichiamo pari dignità a chi opera in quel settore. Lo facciamo attraverso un riconoscimento della Tax credit al calcio per lo sviluppo dei vivai e infrastrutture, chiediamo una percentuale di prelievo sulle scommesse, l’esaurimento graduale del vincolo sportivo e un sostegno concreto per la realizzazione degli stadi per Euro 2032". 

Aggiunge Gravina:  "Nell'ambito del nostro piano strategico, approvato all'unanimità con una sola astensione, abbiamo parlato di stabilità, sostenibilità, solvibilità: sono le tre S che generano il futuro del calcio italiano. Ma serve un rapporto di stretta collaborazione e dialogo con il Governo italiano. Il rinvio delle perdite ha generato nel nostro mondo un accumulo di oltre 2 miliardi di debiti, quando nel 2025 inizieremo a pagare avremo problemi. Cerchiamo di dialogare di più, cerchiamo di trovare delle soluzioni condivise per il nostro futuro. E c'è solo un modo per riuscirci, costruirlo insieme".

Alla seduta presente Adriano Galliani, senatore della Repubblica e ad del Monza: "I contrasti interni al sistema ci sono sempre stati ma ora si sono acuiti perché quattro big, Milan, Inter, Juventus e Roma, hanno pensato che attraverso l'abolizione del diritto di intesa si potesse cambiare il formato delle Serie A da 20 a 18. E nella maggioranza dei club è nata la convinzione che il presidente federale fosse d'accordo con questa posizione".