NUOVA REGGINA: MARCHIO, RIPESCAGGIO E LE RESPONSABILITÀ DELL’INFORMAZIONE

17.04.2024 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
NUOVA REGGINA: MARCHIO, RIPESCAGGIO E LE RESPONSABILITÀ DELL’INFORMAZIONE

La conquista matematica del quarto posto, e di conseguenza della partecipazione ai play off, non costituisce ovviamente, come già specificato la scorsa settimana, un traguardo sufficientemente significativo in quanto l’opera va completata cercando di vincere la coda di torneo per poi sperare in eventuali aperture di procedure di integrazioni dei campionati; può però consentire di affrontare gli ultimi tre turni di stagione regolare con la serenità necessaria, magari dando spazio ed opportunità a chi ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra, ma con la consapevolezza che è comunque necessario conquistare il maggior numero di punti possibile ai fini della composizione della graduatoria potenzialmente utile per essere ripescati. E proprio su questo aspetto riteniamo di dover fare ulteriore chiarezza in base a ciò che si sente e si legge negli ultimi giorni.

La prima, doverosa premessa appare fondamentale: i criteri validi ai fini dell’integrazione dell’organico di serie C vengono stabiliti annualmente al termine dei campionati precedenti, solitamente tra maggio e giugno, quindi allo stato attuale non esiste alcuna regolamentazione vigente; nondimeno va specificato come spesso tali criteri restino immutati da una stagione all’altra, e così è avvenuto nelle ultime due stagioni con una unica differenza stabilita lo scorso anno, vale a dire la prevalenza, nell’ordine di scelta, di una squadra di D rispetto ad una retrocessa dalla C (sempre dopo una eventuale seconda squadra di serie A, scelta francamente discutibile). Dunque qualche graduatoria che gira sulla rete, ed impropriamente spacciata per ufficiale e definitiva da alcuni organi di informazione, altro non è che un calcolo fatto da qualche appassionato sulla base dei precedenti criteri, che magari potrà tornare buono (a campionato concluso ovviamente) per agevolare calcoli ed algoritmi, qualora gli stessi criteri venissero ragionevolmente confermati.

L’altro eterno tormentone riguarda l’argomento in perenne tendenza nell’ultimo anno: storia, blasone, identità e, per qualcuno, marchio. Tutti elementi che, parlando di ripescaggio, non hanno mai costituito alcun criterio valido perlomeno negli ultimi 10 anni, ma che ancora oggi qualcuno si ostina a definire indispensabile ai fini di un possibile reintegro nei campionati professionistici. E, si badi bene, non si tratta di opinioni ma di puri e semplici fatti che si basano su regole e norme scritte.

Volendo prendere ad esempio, per l’ennesima volta, il comunicato ufficiale FIGC n.204/A che fissa criteri e procedure valevoli ai fini dell’integrazione del campionato di serie C 2023/24, e scegliendo di dare per scontato che la Federazione scelga nuovamente di confermarli in blocco, gli unici criteri previsti per la formazione della classifica utile per i ripescaggi delle squadre che hanno disputato la D nell’attuale stagione sono innanzitutto la formazione di tre distinte graduatorie costituite, nell’ordine, dalle nove vincitrici dei play off nei distinti gironi (da lì deriva l’importanza di prevalere nella post season), dalle nove finaliste e dalle residue 18 squadre, con prevalenza della prima e poi a seguire in caso di organici ancora incompleti; all’interno di ciascuna graduatoria, il punteggio delle squadre sarà determinato da tre fattori: la media punti conseguita al termine della stagione regolare, l’eventuale vittoria o partecipazione alla finale di Coppa Italia, l’eventuale piazzamento sul podio del concorso Giovani D valore.

Non è previsto nessun altro criterio. Nessuno.

Le suddette norme prevedono semmai, ma solo ed esclusivamente per le squadre retrocesse dalla C al termine dell’attuale stagione, che il 50% del punteggio utile derivi dalla “Tradizione sportiva della città” (25%) e “Numero medio degli spettatori” (25%) negli ultimi cinque campionati: dunque niente marchio, niente blasone, ma partecipazione ai campionati della principale squadra della città (si terrebbe conto della tradizione sportiva del singolo club, come specificato dalla stessa Figc nel comunicato, solo per le città sedi di più società). Quindi anche ove le nuove regole dovessero reintrodurre tali specifiche anche per le società della LND, come avveniva fino alla stagione 2020/21, il fatto di avere o meno, nel frattempo, acquisito il marchio della vecchia società conterebbe, da questo punto di vista, zero, ferme restando le altre ragioni legate ai sacrosanti desideri della piazza e certamente condivisibili, per i quali l’attuale società ha ripetutamente manifestato la ferma intenzione di riappropriarsi dello stesso.

Qui non si vuole dare lezioni o lezioncine a nessuno, né ci si sente depositari della verità: riteniamo semplicemente che chi ha la fortuna come noi di poter fornire informazioni ed indicazioni ad una vasta platea di lettori o ascoltatori, abbia una vera e propria responsabilità affinché le stesse debbano rispondere a canoni di attendibilità, veridicità e riscontrabilità, a maggior ragione considerando un argomento che, in seno al tifo amaranto, è particolarmente sentito dopo i recenti, tragici precedenti, ed abbandonarsi esclusivamente alle opinioni o persino preferenze personali in luogo di fornire notizie corrette non rende un grande servizio ad un ambiente ancora ferito che ha bisogno più che mai di certezze.