Reggina: attenta stanno per tornare gli sciacalli

Insomma, sono tornati gli sciacalli, sono sull’uscio di casa. Quelli che avevano gettato la spugna e che se ne fregavano altamente delle disgrazie altrui e che adesso sono disposti a cavalcare qualsiasi strategia pur di ricavarne qualche profitto a titolo personale e non per la causa amaranto. Sono talmente eccessivi che a volte persino tra di loro si manifestano delle prese di distanza.

Ma appunto, nulla di nuovo, cose già viste e vissute, un milione di volte. In fondo, sono passati soltanto 9 anni dal primo fallimento. Con l’entrata in campo dell’unico e ultimo reggino, Mimmo Praticò, maggiore azionista del club di Via delle Industrie. Poi la storia racconta di due imprenditori, un romano e un lametino, a reggere le sorti con scarse fortune della martoriata Reggina. Adesso un gruppo di disfattisti privo di un curriculum degno di nota, ma solo per apparire o guadagnarci qualche carta di 100 euro, è tornato in scena con tutti i mezzi a screditare una dirigenza la quale non naviga nell’oro, ma appare onesta. L’unica nota negativa della proprietà esistente è stata quella di aver tenuto in piedi un giocattolo dopo averlo visto maciullato in 8 anni per ben 2 volte.

Tutte queste voci che si intrecciano di presunti imprenditori, i quali farebbero sacrifici per diventare i nuovi volti del “carrozzone” Reggina sono personaggi noti a tutti che appaiono quando un club si trova in difficoltà economica e sempre allontanati dalle piazze chiamate in causa. Le precedenti gestioni hanno lasciato solo macerie e dentro vi erano tanti scialacquatori che adesso cercano di infangare gente, che al momento non ha fatto il passo più lungo della gamba e non ha preso per i fondelli i reggini.

Basta personaggi ambigui attorno alla Reggina. Il cambiamento se accadesse, dovrebbe essere radicale. Niente più soggetti squallidi, viscidi e senza dignità.