"Orari, regolamenti, gare 6 giorni su 7, ecco tutte le novità", la A verso la ripartenza

02.06.2020 14:00 di Redazione Tuttoreggina Twitter:    vedi letture
"Orari, regolamenti, gare 6 giorni su 7, ecco tutte le novità", la A verso la ripartenza
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© foto di Stefano Di Bella

"Orari, regolamenti, gare 6 giorni su 7, ecco tutte le novità", si legge oggi su Gazzetta dello Sport in merito alla ripresa della serie A.

"Bisognerebbe cominciare chiedendo un parere al pallone. In fondo, è lui il protagonista. E almeno questa cosa non cambia. Nel calcio che verrà, dal 20 giugno se parliamo di campionato, dal 12 o dal 13 se tiriamo in ballo la Coppa Italia, si sentirà di più il suo suono, i suoi rimbalzi, il suo primato. Sono io il protagonista, potrà dire narcisisticamente. Ma la verità è che il rumore, la gente, il disordine dello stadio, mancheranno pure al pallone. Evidentemente anche le vie del calcio sono infinite e allora bisogna starci, non ci sono alternative. E così un posto generalmente frequentato da 30mila persone (e ci teniamo bassi), ne ospiterà 300, non uno di più. Cento volte di meno. Zero spettatori. Numeri che fanno male. Anche se le cifre tragiche del virus, ricordiamocelo sempre, sono altre.

Ma la notte sì

Dunque, dice il Protocollo, 300 persone all’interno dello stadio. In campo, invece, siamo in controtendenza. Giocherà più gente, ai 28 del massimo di prima dell’era Covid-19, subentreranno i 32 nell’era delle cinque sostituzioni. Il calendario riempirà sei giorni su sette, con due o tre orari a disposizione. Queste prime settimane sapranno di Mondiale o di Europeo. Ma il «magico» le nostre notti se lo dovranno conquistare. Se non altro, la parola notte è meritata perché per le nostre abitudini un inizio «spagnolo» o «portoghese», alle 21.45, è veramente una novità. D’altronde, si cantava una volta in tv, «lo diceva Neruda che di giorno si suda»... A giugno sarà strano vedere tanto calcio, ma neanche tanto. A luglio inoltrato, per non dire anche di quello spicchio di agosto, sarà davvero diverso. Vedremo la finale del campionato nei giorni in cui alle Olimpiadi di Tokyo avremmo tifato Federica Pellegrini, Vincenzo Nibali o Filippo Tortu.

Fatti più in là

Ma torniamo allo stadio. Prima cosa. Prima di entrare, però, è d’obbligo la domanda: come ci arriviamo? Avete presente il pullman dei calciatori che giungono allo stadio scortati da un’auto della Polizia? Bene, moltiplicate il tutto per due. D’altronde, la nostra vita ora è questa: un posto sì e uno no, sulla spiaggia piuttosto che sull’autobus o in chiesa. Il calcio non farà eccezione. Due pullman al posto di uno, dunque. E in panchina un solo posto dove prima ce n’erano due. Anzi, per tribune che hanno l’accesso al campo, meglio ancora starsene più su, distanziati. Distanza, distanziamento: sono state le parole del momento e continuano a esserlo. Funzioneranno anche in campo. Certo, non è che si potesse snaturare il calcio fino a proibire il contatto. Ma almeno per le proteste con l’arbitro bisognerà darsi la classica regolata, vietati i contatti ravvicinati e il deprecabile «assedio» intorno al direttore di gara.

Tutti più zitti

I calciatori saranno più corretti? Di certo, è presumibile, saranno più zitti. Il rischio è che si senta tutto, anche le parole che su un campo di calcio sono in qualche modo, labiali a parte, nascoste dal rumore di fondo. Ecco, il rumore, che poi chiamarlo così non è neanche giusto. Più che altro mancherà il vociare di fondo dello stadio, quella particolare colonna sonora (fatto salvo che qualche coro becero, sia chiaro, non ci mancherà per niente) che sarà costretta ad abdicare, almeno per il momento (si comincia a parlare di porte parzialmente aperte per il finale di stagione). Per gli spettatori televisivi potrebbe esserci, invece, qualche sorpresa: si proverà a costruire un’animazione visiva, tanto per dare un po’ di calore all’evento.

Lo slalom

Già, il calore. Non è una questione di 25 o di 30 gradi, il rischio è di sentirsi dentro un freezer. È probabile, e soprattutto auspicabile, che il fischio d’inizio rappresenti il momento liberatorio. Tutto il «prima» e il «dopo» saranno uno slalom fra rischi potenziali. Le due squadre si eviteranno, ognuna dovrà fare il suo percorso, è possibile che si utilizzino due spogliatoi a testa, se ci sono i locali, facendo cambiare prima i titolari e poi le riserve. Ma le regole varranno anche a partita finita: docce distanziate, anzi meglio andare a casa o in albergo, e per chi è sorteggiato all’antidoping, due locali rigorosamente distanti per ospiti e ospitanti. Dunque, vedersi il meno possibile. Quei convenevoli che, anche televisivamente, rappresentavano, l’anteprima della partita, saranno dunque aboliti. Se ne riparlerà a virus scomparso e a vaccino trovato.