CALCIO CAOS - Vicenda Foggia: "Rischio inferno, chiesta la retrocessione in C"

23.06.2018 13:50 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
CALCIO CAOS - Vicenda Foggia: "Rischio inferno, chiesta la retrocessione in C"
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© foto di Federico Gaetano

Il caso Foggia è salito alla ribalta delle cronache sportive italiane, nell'estate in cui la Nazionale Italiana non è presente al Mondiale in corso in Russia. 

Il club rossonero è finito alla sbarra per la questione dei pagamenti in nero negli anni 2015-2017, vicende scaturite nell'ambito di un'inchiesta penale di più ampio respiro che ha coinvolto i vertici del club dauno.

Pesantissima la richiesta della Procura Federale della FIGC, vale a dire la retrocessione diretta in C per il Foggia, i cui legali invece hanno proposto una penalizzazione cospicua e una pesante ammenda. Oltre a vecchi e nuovi dirigenti delle ultime stagioni agonistiche, coinvolti ben 37 tesserati (tra i quali alcuni ex Reggina) accusati di aver percepito pagamenti in nero.

Una bufera che rischia di aprire la questione di ripescaggi e riammissioni, in primis in serie B. La Gazzetta dello Sport, nell'edizione nazionale, ripercorre la giornata dedicata alla prima udienza davanti al Tribuna Federale Nazionale, non prima di momenti di grande tensione:

"È una mazzata che rischia di provocare una valanga. La retrocessione all’ultimo posto del campionato di B 2017-18 richiesta dalla Procura federale per punire gli illeciti amministrativi perpetrati dal 2015 al 2017, rischia di provocare un effetto domino: dietrofront di Oddo, fuga dei giocatori più importanti, abbandono dell’attuale proprietà, futuro nuovamente incerto e nerissimo. È un momento difficile per il calcio italiano, particolarmente caotico in Serie B, ma drammatico per il Foggia: i suoi azionisti sono coinvolti in un’indagine penale per infiltrazioni mafiose con l’accusa di riciclaggio, la società è stata affidata ad un commissario nominato dal gip di Milano, e la squadra, che valorosamente aveva terminato il campionato a ridosso della zona playoff, ora è pericolosamente vicina alla Serie C", sottolinea il quotidiano sportivo.

L’ACCUSA  - Con i proventi delle operazioni di riciclaggio contestate penalmente a Curci e Sannella, il Foggia – sostiene l’accusa, ieri illustrata ai giudici del Tribunale federale dal procuratore Chinè – ha vissuto due stagioni, di fatto falsando due campionati. La condotta più grave è questa, poi ci sono i pagamenti in nero. Secondo la ricostruzione dell’indagine penale della Dda di Milano, mutuata dalla Procura federale, il solo Fedele Sannella – che ha trascorso tre mesi in carcere ma la cui posizione recentemente è stata stralciata e inviata alla Procura di Foggia – avrebbe ricevuto e riciclato circa 378.750 euro in contanti, reimpiegandoli nel Foggia sia attraverso la corresponsione di somme in nero a calciatori, tecnici e procuratori, sia attraverso pagamenti per la gestione corrente della società, per esempio ad alcuni fornitori. Ecco spiegato – sostiene l’accusa – come avrebbe falsato due stagioni sportive.

LE RICHIESTE - Per tutto questo, secondo la Procura il club merita di retrocedere in C. L’ipotesi di patteggiare una robusta penalizzazione (7-10 punti) e una salatissima ammenda (500.000 euro), eventualità cui il Foggia e i foggiani negli ultimi giorni avevano fatto la bocca, è naufragata di fronte all’indisponibilità dei deferiti ad ammettere le condotte illecite. Confessare, probabilmente, li avrebbe inguaiati anche penalmente. A nulla è valsa l’arringa difensiva, incentrata quasi unicamente sui pagamenti in nero. La Procura, a quel punto, è andata giù dritta, con richieste pesantissime: 5 anni e preclusione per l’allora vice presidente e azionista Massimo Curci e il patron Fedele Sannella; 4 anni per Nicola Curci e l’altro Sannella, Francesco; 3 anni per il presidente Lucio Fares, legale rappresentante del club (perciò l’entità della sua squalifica determinerà quella del club); 2 anni per Gianluca Ursitti; 1 anno per il d.s. Giuseppe Di Bari.

PATTEGGIAMENTI È andata molto meglio, com’era logico, ai tesserati coinvolti, accusati «solo» di aver ricevuto parte degli stipendi in nero. Dei 37 deferiti, in venti hanno patteggiato, la stragrande maggioranza dei calciatori. Pene da due a sei giornate di squalifica, probabilmente scontabili anche in gare di Coppa Italia. L’ex tecnico del Foggia Roberto De Zerbi, e tutti i suoi collaboratori di allora, assistiti da Eduardo Chiacchio, hanno rifiutato il patteggiamento. «Non ho fatto nulla di male e voglio uscire a testa alta da questa brutta vicenda», ha commentato l’attuale allenatore del Sassuolo. Per lui la Procura ha chiesto 6 giornate di squalifica.

SCENARI Se la richiesta dell’accusa fosse accolta, non ci sarebbe da fare nessun calcolo: Foggia in C, Entella in B. Il club ligure, assistito dallo studio Grassani, ieri ha sostenuto e vinto la battaglia per essere ammesso in giudizio come controinteressato. Una mossa che ha messo pressione ai legali del Foggia e innescato un lungo e vivace dibattito.